
Trascorrevo interi pomeriggi al cinema e al bar e il mio passatempo preferito era quello di affibbiare soprannomi ai dipendenti. E così molti di essi, pazientemente, sopportavano nomignoli come “Sik sik”, “Kappa”, “Melluso”. Ma la pazienza non era una dote di Pietro, “abbattente” nel bar, che considerata la mole e il volume del suo lato “B” solevo chiamare “Paccone”.
Il povero Pietro mi lanciava spesso sguardi di fuoco. Una mattina d’estate del 1965, ero al bar con un amico e al solito apostr...
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